Anan Yaeesh, accusato di terrorismo, non verrà estradato in Israele. La decisione della Corte d'Appello dell'Aquila. Leggi la notizia su TG LA7
La corte d’Appello dell’Aquila ha deciso: Anan Yaeesh, il trentasettenne palestinese in carcere a Terni con l’accusa di terrorismo, non sarà estradato in Israele. Una scelta che nasce del rischio che l’uomo “possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o comunque ad atti che configurano la violazione dei diritti umani”.
Nel provvedimento i giudici dell'Aquila affermano che nelle relazioni delle Ong si “fa riferimento a condizioni di detenzione nelle carceri Israeliane penose per i cittadini palestinesi, caratterizzate da sovraffollamento, violenze fisiche, scarsa igiene e mancata assistenza sanitaria, peggiorate dallo scoppio del conflitto”.
Inoltre – fanno sapere i giudici – non ci sono le condizioni per una sentenza favorevole all’estradizione, perché il detenuto è “sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti oggetto della richiesta di estradizione nell’ambito di un procedimento promosso dalla Procura dell’Aquila”. Chi è Anan Yaeesh Anan Yaeesh, che vive e lavora dal 2017 all’Aquila, è stato arrestato lo scorso 27 gennaio su richiesta di Israele. È accusato dalle autorità israeliane di avere finanziato un gruppo armato del campo profughi chiamato “Tulkarem Brigade”, un’articolazione delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, riconosciuta come organizzazione terroristica dall'Unione Europea.
Gli altri indagati Insieme a lui, altri due palestinesi. Nei confronti di tutti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il delitto di “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”. Secondo la polizia dell’Aquila, i tre indagati facevano opera di proselitismo, pianificavano attentati – anche suicidari – contro obiettivi civili e militari in territorio straniero. Avevano tutti il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.
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