Morire a 28 anni per una gomma a terra ed una parola di troppo. Domenico Esposito era un bravo ragazzo, un gran lavoratore dalle mille risorse e mille mestieri che finalmente aveva trovato una sua...
era un bravo ragazzo, un gran lavoratore dalle mille risorse e mille mestieri che finalmente aveva trovato una sua stabilità come autotrasportatore nella piccola ditta di famiglia.non aveva continuato con gli studi, ma non mancava di dare una mano a suo padre Francesco e a sua mamma Filomena ed era benvoluto per il suo carattere mite e la sua indole amichevole., borgo rurale alle porte di Acerra e poche centinaia di metri dalla provincia di Caserta, tutti lo conoscevano e gli volevano bene.
Il piccolo Domenico, che non aveva mai in vita sua impugnato nemmeno un'arma giocattolo, prese di nascosto, chissà come, quella vecchia doppietta da cui partì un colpo che freddò, sulle scale che dal piano terra portavano al primo piano della abitazione di famiglia, suo fratello Antonio.che accorre dal piano superiore, il papà Francesco che percorre con il suo autoarticolato gli ultimi chilometri che lo separano da casa.
Domenico quella fatalità l'ha portata con sé, in silenzio e con l'aiuto dei suoi genitori e di sua sorellapiano piano ha cominciato a conviversi e soprattutto probabilmente ha contribuito a formare quel suo carattere mite da ragazzo perbene. Da tre anni aveva poi trovato la sua ragazza del cuore, Tonia, una commessa che lavora in un supermercato a pochi chilometri di distanza da Pezzalunga.
«Ne era veramente orgoglioso», raccontano alcuni amici che non sanno darsi pace. «Gli feci la cresima, insieme a tutti i suoi amici di Pezzalunga, uno più bravo dell'altro - commentafino a 4 anni fa parroco della chiesa di San Carlo Borromeo a Pezzalunga -. Lo ricordo bene. Mimmo era come tutti un ragazzo tranquillo a cui non potevi non voler bene. La sua famiglia gli aveva dato un'educazione esemplare come accade qui in questa contrada.
Si respirava ancora un clima di festa prima che un dramma assurdo spezzasse ancora una volta una vita innocente in famiglia. Papà Francesco aveva compiuto il suo sessantesimo anno di età la settimana scorsa. Il pranzo in un ristorante del lungomare di Napoli a cui avevano partecipato tutti i familiari più stretti per festeggiare la ricorrenza. Poi quella telefonata da parte di Maddalena che chiedeva al padre di darle una mano...
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