Come le aeree sculture di carta plissé ispirate ai 'mobile' di Alexander Calder usate in passerella come scenografia della performance che ha preceduto lo show, un elogio al movimento e al suono del vento. Soffiando dalla materia all'anima.
- lo stilista nato a Hiroshima nel 1939 e scampato alla bomba atomica, mancato l’anno scorso - il cui brand è curato dalle mani affidabili - e capaci - del suo discepolo Satoshi Kondo. Le cui creazioni incantano grazie a giochi di sovrapposizioni, layering impalpabili di quelle che sono le astrazioni tailoring di giacche, gonne e abiti da sogno in passerella, ma al contempo portabili nella vita vera.
Passando per gli spinnaker dress che si aprono leggeri come vele grazie a procedimenti tessili capaci di inglobare l'aria tra le proprie fibre. O ancora i total look dagli effetti cromatici shibori sfoggiati dalla testa ai piedi , su una palette di tonalità sfumate e luminose come tramonti, in dégradé di colori giocati a contrasto con completi giacca e pantalone oversize dalle maxi spalle tinta unita in un elettrico Blue Kline.
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