L'alpinista accusata di non aver soccorso uno sherpa morente sul K2, per battere un record
A fine luglio l’alpinista norvegese Kristin Harila ha stabilito il record per il minor tempo impiegato per scalare le 14 montagne più alte del mondo, completando l’ascesa di tutte le cime che superano gli 8mila metri tra Cina, Nepal, India e Pakistan in 92 giorni. Adesso però Harila è– cioè un portatore – pakistano durante la sua ultima scalata sul K2, e di averlo lasciato morire pur di proseguire verso la vetta e battere il record.
Shisha Pangma, in Cina, di 8.027 metri; l’ultima quella del K2, che si trova tra Pakistan e Cina, è alto 8.611 metri ed è notoriamente l’8mila più difficile e pericoloso al mondo. Harila ha scalato le montagne assieme alla guida nepalese Harila ha negato le accuse, sostenendo che non è vero che lei e il suo gruppo non abbiano fatto nulla per aiutarlo. «Abbiamo cercato di tirarlo su per un’ora e mezza e il mio cameraman è rimasto con lui un’altra ora per occuparsene», ha detto Harila, aggiungendo che «non era mai stato lasciato solo».
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