Dopo l’incidente di CasalPalocco solo fiumi di parole, dice e_galletti. Chi usa youtube in modo sano dovrebbe mobilitarsi contro chi fa le challenge: “roba da sfigati” lamborghini
uccidono un bambino facendo i 110 all’ora, si fermano e, di fronte al disastro, si mettono a fare video. Agghiacciante.Ma qual è la nostra reazione? La solita. Fiumi di inchiostro sulle stesse cose, quelle che sfoderiamo in questi casi: il sociologo dice che a mancare sono le famiglie, gli adulti sentenziano che i social hanno rovinato la società.
Archiviati i soliti commenti, però, cosa portiamo con noi di questa vicenda, prima che i riflettori si spengano? Poco o niente. Di certo, non la voglia di entrare in profondità e provare a mettere i piedi su quel mondo, i social, che ancora una volta non riusciamo a decifrare.Chi demonizza in toto il web fa la guerra a un universo parallelo che ha invece facilitato le relazioni, portato alla nascita di nuovi lavori e al miglioramento di professioni che ci sono già. E che, certo, ha creato anche mostri. Ma bollarlo come il male assoluto restituirebbe un quadro parziale.
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