Le uscite privilegiate si concentreranno sul taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, la sanità, le politiche di incentivo alla natalità e alcuni interventi sulle pensioni
Minore crescita per quest'anno e il prossimo, rapporto deficit Pil più alto. Il governo ha varato poco fa la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Dicevamo, il rallentamento economico, i tassi alti, l'inflazione, i costi esplosi del Superbonus hanno costretto il ministero delle Finanze a rivedere al ribasso i fondamentali economici per quest'anno e anche per il prossimo rispetto a quello che si ipotizzava lo scorso aprile. Il Pil di quest'anno potrebbe attestarsi a +0,8% in leggera flessione rispetto al +0,9% tendenziale ipotizzato nel Def dello scorso aprile.
Queste cifre che il governo invia a Bruxelles sono la cornice dentro la quale dovrà essere dipinta la prossima legge finanziaria, o di stabilità come si chiama oggi, quella dove si mettono le entrate e le uscite previste per il prossimo anno. Il governo Meloni sperava in una cornice più grande ma questo è. Un quadro che più o meno potrà contenere una manovra da una trentina di miliardi di euro. E poteva andar peggio se Eurostat avesse deciso per una contabilizzazione più punitiva dei cento miliardi di euro eredità del Superbonus.
Le uscite privilegiate, secondo le dichiarazioni della premier e dei vari ministri, si concentreranno - fatte salve le spese obbligatorie - sul taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, la sanità, le politiche di incentivo alla natalità e alcuni interventi sulle pensioni. Sul versante delle entrate, come sempre è caccia grossa con alcune voci che ritornano dal passato: dalla sfibracciata alle agevolazioni fiscali ad una nuova gara milionaria per la gestione del lotto.
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