Coperte e vestiti pesanti sono introvabili, mentre la pioggia entra nelle tende e impregna i materassi: intanto la consegna degli aiuti umanitari è sempre più complicata
Coperte e vestiti pesanti sono introvabili, mentre la pioggia entra nelle tende e impregna i materassi: intanto la consegna degli aiuti umanitari è sempre più complicata. Durante la notte le temperature possono scendere sotto i 10°C, e la situazione è resa ancora più precaria dalla pioggia, che entra nelle tende e impregna vestiti e materassi.
Oggi quasi tutti i civili palestinesi che si trovano nella Striscia sono sfollati e vivono in tende o sistemazioni di fortuna. Spesso queste sono costruite con materiali non impermeabili: «Quando piove, diventiamo fradici. L’acqua entra nella tenda, indossiamo vestiti bagnati»,Reda Abu Zarada cerca di tenersi al caldo insieme al nipote a Khan Yunis : «I topi ci camminano addosso durante la notte perché non abbiamo porte e le tende sono bucate.
Reda Abu Zarada e la figlia danno da mangiare ai loro figli e nipoti a Khan Yunis che al momento vive sulla spiaggia di Deir al Balah, nella parte centrale della Striscia, in una tenda «costruita cucendo insieme degli stracci e dei sacchi di farina». Negli ultimi mesi molti civili si sono rifugiati a Deir al Balah: Razz ha detto di aver provato a cercare un posto migliore dove dormire, ma di non averlo trovato perché ormai non ci sono più spazi liberi.
In alcuni casi è ancora possibile comprare indumenti invernali e coperte al mercato nero, ma i prezzi sono proibitivi per la maggior parte delle persone. Oltre ai vestiti, a Gaza manca praticamente tutto: il cibo, l’acqua potabile, le medicine e le strumentazioni mediche che servirebbero agli ospedali per funzionare.
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